EDUARDO E CRISTINA

DRAMMA PER MUSICA IN DUE ATTI

DA RAPPIVESEWTARSI

kell' imp. e r. teatro DI VIA DEL COCOMERO

L'AUTUWNO DEL iSai.

SOTTO LA PROTEZIONE DI 8. A. I, E R.

FERDINANDO III

GRAN-DUCA DI TOSCANA

F I R E ìf Z E

Pressi Carlo Fabbrini in "Via del Palagio Con Approvazione .

0^

HìMÉ'iiT'iil

PER S O N A G G 1

CAMjO Re di Svezia

?Sig. KlCCCLA TaCCHIN AUDI ,

CRISTINA, sua figUa , c secrela megbe di

Sig. Emilia Bonini . EDUARDO CondoUiere dell' armi Svedesi :

Sig. Caiulotta. YigO'Cavalli, GIACOMO , Principe Scozia

SIg. Luigi Maggiouotti . ikTLEI ^ Capitano delle guardie reali

Sig. Raffaello P/int*nelli . Uq baobiuo figlio di .Eduar^lo , e Cristina con la sua^aja ^ ^ ^ Cavalieri v Daoie U(fìzia]i , Soldati,

c N.® la. Coristi

LA SCI^N^ E IJfi ^TOHQLM .

La Uusica e del Sig. Maestro GIOFACCHINO KOSSlNl.

/

ORCHESTRA

Primo y ioli no , e Direttore , delV Orchestra Sig. Gaetano Bruscagìi . Maestro al Ci rubalo Sig. Giuseppe Nistri . Supplemento al primo Violino Sig. Gaetano Falconi

Primo

Violino dei Secondi Sig. Giuseppa Poggiati .

Primo

Violoncello

Sig. Gaetano Giorgetti ^

Primo

Contrabbasso

Sig. Pietro Somigli .

Prima

Viola

Sig. Pietro Parriai.

Primo

Clarinetto

Sig. Giovanni Poggialiì,

Pirmo

Obuè

Sig. Carlo Domenichini..

Primo

Flauto^ e Ott aitino

Sig. Giovacchino Bimboni ^

Primo

Fagotto

Sig. hiììft} Corsi .

Primo

Corno

Sig. Luigi Cnrradinl .

Prima

Tromba

Sig. Filippo Crociatelli,

Suggeritore Sig. Baldassarre Dunnini , Copista di Musica Sig. Francesco Miniati ,

Pittore, e iaventore delle Sc^ne* Si^^. tuigi FacchinelH Professore dell' I. e R. Aceademia delle Belle Arti Macchinista Sig. Antonio Scheggi ,

il Vestiario sarà di proprietà del Sig, Alessandro Lanari Capitalista in Lucca, diretto, inventato, ed eseguito dal suo eapo Sarto Sig. Giuseppe Ucaelli di Bologna .

ATTO PRIMO

SGENA I. Ctran Reggia con Trono * Atleì^ Cavalieri j Uame^ e Guardie reali i

Cero, Cjl'iubbila, o patria ^ ornai;

Cessò del ciel lo sdegno *

Finor gemesti assai :

Trionfa o Sveco regno.

Ritorna a questo lido

L' eroe di nostra età . Vittoria a lui disserra

Le vie d'amica sorte;

Per contrastargli in guerra

Braccio non v' ha si forte j

Di lui perfino il vinto

Ammirator si fa * Ad' ( Tornii amico 3 trionfante . i a

Io pavento quell'istante

Che fra noi ti renderà . ) SCENA IL Carlo 5 e Giacomo seguiti nobile corteggio ^ ed i suddetti. Gi'ac, Dopo tanti e tanti aifanni 5

Pace riede a queste mura *

Lieto giorno / ornai sicura

La corona al crin ti, sta » AtL Già Cristina a noi si appressai a* cavalieri Coro Oh ben degna principessa^!

Qual virtude ! qual keltì^ ^ .

1

SCENA IIL Cristina ^ Dame ^ Cavalieri^ ed i suddetti. Wrist. ( Misera ! innanzi al padre ^ Pili fiero è il mio torajento.

T«t:to del fallo io sento

Fiero il rirtiorso in me. ) Giac. Di gioja ognun accende, a Cristi

Benigna stella splende»

E in propizio giorno

Solo è mestizia in te . CarL Ah i quando ^ amata figlia ^

iSerent? avrai le cigaa?

Tutto ti brilla intorno:

Tempo di duci non è. Crist, ( Come celarvi mai

Palpiti, fier dolore! ) Giac* Donasti al pianto assai :

Giubbili ornai quel core . Cari. In te il confin j Taffanno ^

Oltrepassando va.

a 3.

Crìst, ( Ciels che Vedi a qual ciménto Mi riduce il mio tormento , Qualche raggio omai ridesta Di clemenza e di pietà. )

Cari, ( Quai sospiri in tal momento.'

e Giac. Qual dolor ! qnal turbamentó/ Un sospetto in me si desta 3 Che pienar, tremar mi fa. )

Carlé Ma la schiera vincitrice Alla reggisi s' avvicina .

(7m$. ( Trerao^... Qh istante^! .. Il cor tnì dice

Catl: Giunge il prò<3e ; Cn%t. ( Amato sposo!

Io ti bramo 5 e per te peno. ) Giac. ( Altra fiamiria asconde n seno: Turba amore il suo ripòso « ) V a 3 e CoTQ

Crist ( Conjugal, materno amore 5

Non tradir questo mio core 3 Ch'altra speme or più non ha. ) CarL La cagion di quel dolore Giac. A momenti al genitore.

Suo malgrado 5 ^velerà. ) Coro, ( Geme 3 oppressa dal dolore.. *

Giusto cielj che mai sarà? ) CarL Delle lagrime tue La sorgente verace 5 Che al genitor sia nota è tempo ornai* Crist. Signor, come! non sai Quanto costommi, oh dio! Quella perdita amara 3 Che te pur tanto oppresse? Cnrl, Or volge Tanno

Che a me la sposa 3 a te la genitrice Morf.e involò. Si pianse 3 e giusto il piantò riglia 3 era in noi ; ma di ragione il lum# il tempo alfine . I limiti del duolo La tua mestizia eccede 5 Perch'io presti al tuo labbro intera fede* Crist. ( Oimè! ) AtL Signor! S'avanza il Duce* CarL Siedi,

Principessa 3 al mio fianco , e pensa intanto Che in si bel giorno è intempei^tiTO il pianti^'

Carlo i^à snl trono ; Crisùin(^ siede à dritta det^ medesimo sopra un sedile più^ basso \ , G-iacom^y '^ì al cenno del Re ^ si^df 4^ilLa^^ parte opposta / o- gnuno del corteggiq sitila secondo il suo gra- do . Frattanto vadonsi sfilare le. truppe condotte da Eduardo . AtL Inno di gloria alto, risuppi . Crist. ( Gielp !

Ben prevede il mio core più fiero dolor d'ogni dolore. ) Coro. Serti intrecciar le vergini De' più pregiati fiori : Ordir corone i giovani Di sempre verdi allori Quando a battaglia intrepido

^edesi comparire Eduardo . Duecj volgenti il pie. SGENA IV. Eduardo ^ che sarà stato incontrato da^ grandi sulV ingresso ^ ed i suddetti. Coro. Più belli in fronte ridano Al vincitor i fiori , Pili belli al crin verdeggino Di tanto eroe gli allori ^ A lui che della gloria Seguace ognor si fe.

durante questo Coro Eduardo ^ien condotto appiè del trono. Sduar. D'un potente nemico

11 doinator felice ecco al tuo piede .

inginocchia ; il re gli J'a eenno d* alzarsi

Sire^ ee di mia fede, in (juesto giorno ,

Per la Svezia beato, Darti prove novelle ancor pos«' io Imponi: è la tua gloria il desir mio. Vinsi 3 che fui d' eroi Avventuroso duce; Perchè i vessilli tuoi La gloria ognor conduce , Perchè di Carlo al nome Trema il nemico ognor - (Vinsi alfin, perchè quel volto * Sol mi re«e vincitor.)

* guar dande Jurùwamente Cristina. Crist. ( Or che il miro, e che l'ascolto.

Pili s'accresce il mio timor. ) Cari, Giovin prode, e in te raccolto e Giac, Tutto il pregio del valor .

Carlo scende dai trono ^ e tutti si alzano, luduar. Tu regni lieto ornai

E giubbila quest'alma. (Vedo in que' mesti rai

guardando Cristina^ La sua perduta calma.) Pace ti brilla intorno . ( Ma, guerra è in questo cor. ) Crist. '!'i ceJa in petto Fiero dolor . ) Cristina^ sebbene procuri di sfuggire rincon- tro de" furtivi sguardi di l^duardo^ non può Celare al padre ed agli altri i suoi sospiri^ ancorché faccia forza a stessa per repri merli .

Cari, (Il mio sospetto e Giac, Si fa maggior . ) 2

JO

Eduardo fingendo marav'gUa ne^ {>cder Cri^ stina in tanta mestizia^ Leàtàmtnlc sa ic a^ncina 5 inchinandoù , Serena il ciglio , Real donzella; Ogni periglio Olirgli cessò

poi suttoi^Qce e ài fìp-sco^to , Dell ! frena i palpiti j Forse una stella Per noi propizia Jn ciel spuntò. Cari. Duce per te respira

Lo Sveco stuolo 5 e respirar tu dei Del riposo nel seno . I tuoi sudori ornai

Han d'uopo di mercè; chiedi: F avrai , Eduar. Generoso inio re!,., che dici?... Aii! duofjUQ

Posso... (che fo?) posso aX ti|o bor ,. ( che teuto^} CarL Tutto puoi /

Eduar. ( Su coraggio : ecco il momento , )

CarL Voglio ciascun felice ;

Prova questa ne già - Prence bramasti aGiac* La mia figlia iq consorte ^ e tua sarà 9

Crisi, ( Stelle ! il previdi , }

Giae. Oh sorte !

Eduar. ( Gielo / )

Atlei ^ Ticino ad Eduardo ^ lo avverte di (^onteu^rsi

Ctist, ( €he fiero óol fio! )

Alt. (Oh' sventurati 3 qual destino vi aspetta!) Cari, Gessi ornai lo stupor, figlia diletta. Crist. ( Oimè / )

il

Eduàr ( Crudel ambascia ! ) Cari, Che! non rispondi? Crist. Ah / genitor... G/ac, ( Comprendo. )

Cari. A che rinnovi il tuo dolor? Credei ,

All'annunzio di sposa,

Vederti oltre il piacer ^ splendere in voli

Gratitudin di figlia . Crist. Signor ...( ( ihe dir possMo ?

Affanno più crude! non v' è del mio / ) Curi. E taci ancor? Parla: l'impongo. Giac. Spiega

Di quel dolor T origine funesta. Crist- ( Cielo, pietoso rieio /

Keca soccorso a un'infelice. ) Editar. (Io gelo) da un lato assUtito da Allei Cari. Ebben ? severo .

Eduar ( Che m^i dirà? ) Crist. Lascia ch'io possa

Dalla sorpresa estrema

Gli spirti rinfrancar ... Deh / mi concedi

Spazio a pensar ... Cari. Che sento/ come sopra

Crist. ( Uh dio! ) Cari. Figlia . .

Giac. Signore ,

Deh/ l'appaga. ( Lo dissi: ama quel core ) dopo qualche pausa , a Giac. Cvrl. Tu il vuoi? M'arrendo. Alle tué stanze riedi.

a Crist*

11 in breve ti disponi Al paterno comando. Criit, ( E un prodigio s'io reggo a duol fiero.)

12

CarL Prence § mi siegui ( Omòi scoprasi Uveiti.)

partono tutti forche -t^dìiar, e AlL

SCENA V. J^duarJo ^ e Atlei ,

JSduar. Amico !

Jiduar. Ove sori io!

Soccorrimi «.

AtL Che puote

Impossente amistà ? JSduar. Dunque alfcro scampo ^

Fuorché morte 3 per togliermi d'ambasciai Non v'è ?

\^tL Che dici? Ah! lascia così funesta idea* Pensa alla sposa, e all' innocente figlio, H celando il tuo duol , fuggi il pefìgìio.

vanne alcua potrebbe Sospettar nei valerci .

Eduar, 13 se, costretta

Dal genitor , U spoga , . ,

Atl, Fia mia cura

D'invioforir la debil sua costunza .

Mduar, Perdei j me sventurato ! ogni 8peran?^a »

SGENA VI.

(gabinetto. Grandi del Jiegno ^ e Cjzstina.

Coro* 31 0 ritiro phe soggiorno

^3 Posti un tempo del doJor^ ,5 Ahi ti cangia in questo giarao

3j In asilo deir amor , 55 I^' adorata principesse^

j,5 Dairafianno césserà 55 11 njordento già s'appreesa 33 Della sua felicità. Cr;se. Del mio crudel destino

Si compie ornai l'orribile minaccia. Fra poco * * . oh ciel / fra poco Dunque sarà palese

La fiamma , che m'acceie? - Ma di voi ^

Sposo 5 figlio, die fia j

Adorabili oggetti all'alma mia?

Che miro ... è desso Ah ! fuggi ... . ftiggi

( trema ^

SGENA Vir J^duardoy AtUi ^ e detti* Cri st. Involati al rigore Del fiero genitore...

Allei rimane sulV ingressa Jùduar, Amata sposa /

(dalmati: inosservato

()xxì volgo i passi. E lungi il fe, celarmi

Colà posso a mia Voglia

Nel sen di quella soglia *

accennando Un angolo s Crist» Alfine . . . ahi lassa !

Aìfin fremo d'orror/... giunse quel giòtnó»

Tanto per noi tremendo ,

Giorno fatai di iriorte!... ed io F attendo * Eduar. Deh! quel pianto raffrena; ^

Nel soccorro del cielo

Sperar ti giovi ... Crist. Ah / no: sperài? liòn deve

Chi al genitor fu infida: Eduar. Per quel soave oggetto ^ /

i4

Pegno del nostro affetto , Dal tuo pensier le immagini d'' orrore Disgombra 5 per pietà... Deh sposa amata. Fa che bearmi io p08?a ISlegT innocenti sguardi \ Dei mio Gustavo .

Crist^ Oh sposo.' in qual momento

Rivederlo tu brami. Eduar Va, lo reca al mio sen : vanncj se m'ami Cristina si accosta alla parete di prospetto ^ fa un concertato segno 3 ed apresi una por- ta segreta ^ e inf^isibile a tutti.

SGENA Vili. Gustavo i dal r accennata porta ^ condotto

dalla sua governante ^ ed ì suddetti» Eduardo corre a lui^ e lo colma di baci*

Crisi' In que* soavi sguardi

Quest'alma vedi im pressa J

Ecco 1 immago istessa

Di chi m'avvinse il cor. JE/Jaar. Compensa in parte almeno,

O figlio 3 i nostri affanni;

Per te gli dei tirarini

Sospendono il rigor. Crisi' I crudi miei sospiri

Confondo a' suoi lamenti. Eduardo a Cristina

Raffrena il tuo dolor . A. ^ ( Pietade 5 o ciel 3 deh ! «enti

D'un sventurato amor .) Eduardo come sopra .

A dispetto d'empio fato,

Sarò teco ognor mia- vifca* Crisi. Dal mio sen , consorte amatp 3 Ogni speme è ornai sbandita c

A l Ah! sempre la fortuna

Piera avversa a noi sarà . Tu che i puri e dolci affetti ^ Santo amor 5 nell'alme accendi^ Tu proteggi, tn difendi Innocenza (*) e fedeltà .

accérfinando il figlia é ÈJiLar, Amato figlio 5 oh qtianto

(^>uesto momento il padre tuo bramava.' l^iisero padre! ed ora

Il vederti gli è grato, e in un lo accora w

procurando che Cristina non senta queste patole.

"Pargoletto infelice 3

Che fia di te ! Son io de^ ttìall tuoi

L'iniquo autor: tu sei

Testimonio fatai de' falli miei . Crist. Sposo, tu piangi... Ah / invauc?

Tenti celatti..- Eduar. t' questo pianto mio

Pianto di tenere55àJa . Crist Ah! noi m'inganni.

De' nostri acerbi affanni j

Del destin che ci attende 3

E' foriero quel pianto^ ^ e vuoi ch'io fpcri?

Ah.' ti lusinghi indarno ^ Èduaré Dì: la vita di qfuésÉcr

dopo breve pausa .

Innocente bambin^ la tua^ la mi»

i6

Brami salvar ? Crìsr. Vana è T inchiesta. -tlduar. Or senti .

Al mal che ci sovrasta 3 altro riparo

Non v'èj che d'involarci a queste mura..i Crisi. Che dici! . . . Oimè / -Eduar* Natura*

Pietà ^ materno amore

Ti faveliin per me. Fingi col padre

Che alla novella aurora

Sommessa al suo voler Sospiri /. . Oh dio?

Il fingere 5 idol mio 5

E' ornai necessità . Crist. Che mi proponi ?

JBduar. L'unico a tanto mal rimedio estremo. Crist. Ah ! che solo in pensarlo agghiaccio e fre AcL Oh stelle! a questa volta ai^anzav Il corteggio real inoltra il passo ... Forse il re . . . Dividetevi . . .

ritorna sulC ingresso ^ e sùbito ret £duar. Deh vanne.

allù governante che prende il Jane ed entra nella porta segreta .

Il cela .

Cristi Ahi sposo! ahi figlio/...

Jtlduar, a Crist.

Kesta ... Atl. Vieni... Non più...

Eduùrdo va per entrare nella porta segreta, ma non è in tempo essendo i grandi quasi suH ingresso . Atlei lo ritira in, disjfarte .

Criit, Fatai periglio!

^7

SGENA TX. Cavalieri, ed i suddetti, NelV avanzarn de Cav^alieri , Ednorda ed AtLei passando ditùro a medesimi ^ non i^ediiti escono . Coro. Vi^ni al tempio', o priacipessa ; La t' invita il geijitor . Il momento già s' appressa Sacro a imenei ed all' amor.

S G E N A X. Carlo ^ Giacomo^ ed i suddetti. Car. Al tempio, sì; non lice Dello sposo, del padrej Del popolo che attende Le brame differir... Che vedo!... Accolto ^l utto mostri nel volto , Misto al duol , lo spavento ... Ch? fia?.... Mi fai tremar . Crist> (Fatai momento!

Signor .... credimi .... solo

con i^oce tremula,

Cagion di giusto duolo

In cor mi sta., la madre ...Or come vuoi

Ch'io pensi a regie nozze, dandosi anima.

Mentre solo per lei

Mi fivellano in sen gli affetti miei? Car. (Ben ti comprendo . ) E ii padre

Sopra gli affetti tuoi i

Non ha possanza ? Crisc. E' vero.... tremante Car. Quale ascondi mistero? .. Errante il guardo

Intorno giri ... Invan t'infingi: io scorgo

Alta disperasion m quel sembiante

3

f8

Parla a

Crìst. (Misera ine )

Car, Che! non rispondi?

Ebben 3 taci a tua voglia

Ma pensa ad 'obbedirmi. Crisù, Al nuovo 8ol./., Car. Non odo

Che il mio voler. Vieni. Cristi ( Ohe angustia j oh dio ! )

Car. Al tempia . Crist, Al tempio?

Cari, prendendola per mano Crisi. Deh padre mio / ....

■SGEN A XI

Gustavo y nel sentire la voce di Cristina esce dalla porla segreta e corre verso la madre , che sbig^ottiscey e cade quasi tramortita sul sofà. La governante che lo Ita se-r guitOy vedendo il re fugge spaventata, senza che iirs*- swiQ se ne accorga per la porta cornatisi . / suddetti , poi Atlei ,

( Stelle ! )

Car. Che miro/.» Qual varco ignoto? Questo hnmhìn chi fia?.. . ( Oh ciel / darsi potria! Làngue costei . ... ) Figlia 5 palesa ^ spiega Di quel fanciul .... Giac. Favella .

AtL (Oh vista oh afFanno.')

Cristina^ nel massimo sbigottimento y non ardisce alzar ' gli occhi . Car. Capere il : Qiac* Chi è mai?

MI' fingendo di, voler fare la stessa interrogazione a Cristina ss le accosta e di nascosto le dice -

AtL Non iscoprir lo .«poso . Gtac. Ah! sì, tu il sai.

Car, Obbedisci,.». Ricusi? CrlsC. ( Morir mi sento!) Ccir, E t^ci ancora?.... Osinondo 5

ad un Uffiziale delie gìiat^ie . Snuda quel ferrò. ( Al vero ' ^ Si squarci Omai la benda). E sol capo al fanciullo in alto penda. /' XJfJiziale eseguisce ^ afferrando per un brkccio Gustavo. Cristina si alza e va verso il bambino . Crisi, Fermati.... O^mondo vibra

Nei mio sen quella spada. Ari.. (Oh éiel.^

Car,^ e Griac, Perchè? il» i i

CrisC, D'ascondere il mio fallò

Pin non è tenipo . In me tu vedi^ o padrOi

Una perfida figlia: io son sua madre.

, ! . sqrpresa generale é Car, Qual fulmine iniprovvi^Qn »

Piomba sul capo mio!,,. ; .

Ascolto il vero ?... Oimè sognp? son ^esta? ...

Oh me infelice /i.. E' questo

Dunque l'orrendo arcarlo

Che racchiud/^vi in seu?

Cristina pr:e^p\tan4(^i appiedi di Gmda :

Ah.!...

Carlo tesrAn^endolct » .

ruggì, indegna 3 Orro.r mi .... 'Ma d' un s' ffifquo^ aiìiore Il complice dov'è? dpxA^'A4cìpn^ Oiac. Deh' il palesa. ; Cris. Ahi non . mai . Se un'ernpia, figliti; > Io fui 3 non deggÌQ, ali9e??p

0.Ò

E'S r empia consorti^.* Car Cangerai di. fa/ella in faccia a morte. 1) esempio atie alme infide Perfida 5 or or sarai... ( La rabbia mi divide In mille brani il cor ) Solo in quell'empio sangue > Solo in mirarti esang-ue Estinguerò lo sdegno, E placherò il furor Crìst. M'uccidi, Giac. ( Fier momento ! )

AtL ( Tutto in quest'alma io sento

Quel duolj che ognor mi desti Pura amis^ade, e fe. Cari. A cru^^ele affanno ,

Crudo destin , tiranno. Perchè serbar volesti Un genitore, un re ?

yicLei ^ Giacomo y e Coro. ( Quel core ornai di pace Capace più non è . ) Cari ( Air ecce.^ièO della pena

Giusto cielo j io reggo appena.'

gettandosi sai sofà. No? che un padre r?entuiafeo Più di me non si può dar. ) Carlo rimane alquanto pensieroso ; poi , ve deli do Cristina abbracciare il JigUo e piangere con lui , mostra gualche tenerezza d* animo , ma , ycuotendosi ad un tratto f si alza, dicendo.

Cari. Ah sgombrate da me bassi affetti Di Clemenza e paterna pietade»

Tra ) «Jrgno, furor 5 criirloharle

Tutti uiiiti vi bramo con me.

L'avvincete di crude ritorte.

fi/ e £iuardìe

Morte a lei fia condegna mercè.

Cristina , Qiacomo e Acltii *

/ Ti- reti:^o , mio . , zv

( Fiu non ai barbaro nftanao;

regge ^uo

Per Ijl^^q. alma più speine non v'è- )

Curo. ( Più cocifeiglio, più fret]o non seni e L ira ardente di padre, di re.' ) Carlo parte con Giacomo 9 i grandi io srtnwfio Criòtina col fanciullo , Jra le gitardw .

^sCiLIS A XII. AtL Tremendo caso Orribil dì... Tur troj.|ìO presfli^o o core Di fatai dolore . Or non ti r«^sta Clie pianto d'ami^tade• in ^Uo di punire, SGENA XTU. Giacomo 3 e detto .

Gìoc. Atlei, t'arresta

AtL Siornor. s'inchina*

trian. Vedesti ?... O cif^l!

A.tL Che dirti posso 3

Se non gf^mer con te? Giac. Ma. chi potea

fcidur Cristina rea? Ali, Chi? Amor eli' è sempre

Cagioii di mille afl'anni. Giac. Ma il seduttor? Au. Chi «à? Forse respira

Lurjgi da qtjesto siioì . -

G/ac, (jome ii supponi?...

Ali, lo u\^A {igoru...ln questa reggia almeno Alma ardita cotanto ' Bilrovar non saprei. Tutti a me noti'

I grandi sono; esperienza è meco^ Conosco di ciascun la f è ^ lo aelo .

Gìac, Ma Cristina il dirà .

AtL Lo voglia il cielo; partono, SGENA XIV. Gran Regia 3 con Trono.

Carlo f grandi dal regno ^ guardici Coro di, grandi .

(A die spietata sorte

I^Q riducenti mai/)

Parte del Coro . ( Aetro fatai di morte

Sull'etra balenò.)

Altra parte .

( Parca che lieti i rai L'apportator del giorno A noi vibrasse intorno,*). Tutti

(Ahi / speme c'ingannò. )

SGENA XV.'

Cristina fra le guardie'^ Giacomo, dal tato opposto , rimanendo indietro > ed i suddetti . CarL T'avanza. U re tu vedi

Fra tuoi giudici, o donna. E' tempo oniiai Che di tua colpa orrenda

II complice sia noto .

Jnvan restarsi ignoto Potria r infame seduttor: il cielo^ ^^unitor de' malvagi 3 La verità discopre . Crn, Il ciel punisca

Una perfida fiijlia j Non me ne lagno : morte

W dovuta al mio fallo , e in suon tremendo, Ministri delle If'fTf^i ecco, l'attendo.

CiJi'Q di Grandi .

Svela il reo . Ciis. Ah / fnlminate

Sul mio capo ornai la pena;

Ma eli' io parli non sperate;

Frena il labbro un fido amor. Curi. E tant' osi al mio cospetto?

E ostinata ancor non cedi?

Alma infida 5 invan tu credi.

Farti scudo a un traditor t Coro, ( Infelice ! ) Giac, ( Sventurata^

Chi non gjerne al mo dolor?) Coro. Air impero della legge

Contrastar di più non dei Crl%t, Vi son noti i sensi miei Cari Ah/ fra poco scellerata ^

Men costanza avrà rjuel cor* Giac* e Cor. ( Che insoflTÌbiie tormento!

Che momento di terrori )

S G E N A XVT.

Eduardo , facendo forza ad A lei y che vuole impedirgli il passo , ed i suddetti,

l'j'uar* Ali K^. mi lascia... To me ravvisa Delia figlia il seduttor.

sorpresa generale,

Cri,t.. Oh dio!

Fia ver!...

Ei

Cfist. e Cari, stesso... AiL ( Oimè^ )

Mduan Signor... al Re^

Carlo^ Cristina^ Giacomo^ Atlèi, ( Oh ciel')

Crisi, e Eduar [ Fatai mom<*nto!) Griac, ( Oh eccesso !

Oh istante' il più crudeli) A 5.

(Che fif^ro stato è il mio? Che far 5 che dir non so... Si crudo affanno 3 oh dio/ Gom^ soffrir si può?) Cari, va Va^^sailo.' Jtlduar, Morte io chiedo .

Salva il figlio, e lei che adoro . Ed appien contento io moro; Altra brama il cor non ha . CurL No ielloa! per te fian poco li supplizio. Fora estrema. Oià.' (^) Il figlio ... indegno trema Golia madre perirà .

(^) parte una guardia*

SCENA XVlT. ,

Gustavo , condotto dalla suddetta guardia^ ed i suddetti .

Eduar. Stelle !

accorrendo . Crist. li figlio.'

CarL Sien divisi.

te guardie esc fluisco no Eduar.y Crist., Giac, AtL.y e Coro Deh / pleiade . . Car, Non ascolto .

Quel furor clie fio ia seno accolto Clii frenar in me potrà? Giuc.f ^4tL Coro Quel furor che ha in s<^no accolta Chi frenar ornai potrà'?)

Cristina , e E dardo . acc nnando il fanciullo che jnange Signor deh? moviti. Al suo tormento* Età si tenera Merta pietà .

Curio

Sgombrate 3 o perfidi: /

f^ietà non sento.

Mi deste esempio

Di crudeltà.

Eduardo , 0 Cristina Ah? pria di perderti ^ ^

O figlio amato, ^

Tuo padre

rr ^ I esamir

lua madre

26

Cader dovrà .

facendo forza alte guardie Giac, j4tl.<, è Qoro * ( Tremenda folgere L' ira del fato Sopra qufì* miseri Scagliarido Va . )

Tutti

( Come resistere

Può il cor straziato-^ Oh inesorabile Avversità ! )

Le guardie strascinano a forza Eduardo verso ttngfesséff e ditlla parte opposta conducono Cristìriai Gustalo <, in braccio della guardia che lo ha condottò si divincola per andare verso i genitori , i quali inutilmente si sfor-f 'Z.ano per giungere al figlio . In fine tutti tre sono con-' dotti altrove . Carlo parte seguito dagli altri.

FINE DELL ATTO PHIMO^

^7

ATTO SECONDO

SGENA ì. Sala 3 come nelFAtto primOé

Coro. Impera severa

La legge possente j INe seijte pietà .

/ cortigiani pa' toM*

I SCENA II.

Ad. Dunque spenta ogni speme?... Ah ' no 3 che se non basta A risvegliar l'altrui pietade cjnanto Puote in alma gentile amistà vera. Altro mezzo si tenti ^ e poi si pera, parte

SGENA Iir.

Carlo f Giacomo, e guardie.

Cari, Non più. L'onor del trono Vendicato sarà. Favola al mon<!o Un perfido vassallo j un empia figlia

I[ Fecer di me. Tutte le mie speranze f Se perdei, svtfnturato , almen vogrio Vendicar col mio sangue il sangue mio . Giac. Dunque . . . Cari. La eoppia rea

Perir dovrà . ' Giac. M' ascolta .

Se ad ìntetti pietacle

Piegar te non possMo^ la figlia altticUò

Da si crudele scempio . . Curi. No; d' ingiuiitizia allor darei T esempio^ Gìac Ti rammenta j signora che a me promeflèÉl»

Fu da te la sna mano ;

Or la reclatTìO a te. Vedova e madre j

Esser mi può consorte

Chi ool potè donzella. Ah / del tue sangue L'unico avanzo in lei^ / Sire, cons^^rva e appaga i voti miei. Cari. Tanto può tua virtude !

Vieni ^ fciriugejni 3 al seno. A me la figlia* partono ah une guardie .

Tu mi rendi la vita

Golia pace del cor 5 ch'era smarrita.

Ardito di proporti 10 non avrei

(guanto propani a me. bappia l'ingrata

Da t^. )^ual alma nutri generosa * Giac, tanto il labbro mio 5 signor tion oàa *

Prr me le parli il padre -

Deh ! tu pensa Irattanto

A mitigarle il grave duolo e il pianto* Onesta man la toglie a morte d Questa man le rende un figlio ^ Ma non salva il suo consorte ^ ieinpra solo il suo dolor. Se, recarie non poss'io

Quei conforto che vorrei 5 Non ardisce il labbro mio Dirle 1 voti del mio cor. part^.

SGENA TV.

Carlo, e Guardie

Cnrl. Oh giusto ciel / respiro yudndo meno il credea Fi incipe generoso ! . . . Ecco la rea .

SCENA V.

Cristina fra le guardie , e Carlo.

fj7Vft.( Dime! vie piìi quel volto a me palesa

LMra del cor.) Cari. T'inoltra, Crist. Padre - . .

Cari. Non proseguir, Neme si sacro

ti convipn. Criht* ( Misera me?) Cari, Già sai

Qual destino t'aspetta. Crist, La morte. A me TafFiv^rta.

Ma il figlio 5 ma lo sposo.,. Cari, Quest' abborrito nome

Più non t'esca dal labbro. Qui. ni: pf*rì»^«

iJa un iol mio cenno la ina vita, e (ju^^tl^

Del tuo Gustavo . Crisi, Di mio figlio?... A]\ ! noria. CurL Fian brevi j detti miei, lirnmi «^^alvarti?

Brami salvarlo? Crist, Ah! non per me: pel figlio

V^ita ti chiedo, e per ^ Cari, Non più... Quel Uìostro ,

Quel suddito rubello avrà la morto,

A te la stessva pena s

Traditrice del tuo real on re»

3o

A ragion riserbava il genitore. M^i un alma grande ... chi potea pensarlo? Keoderà^ se io vuoi , se di rimorso II. tuo core è capace ^ A te i'oìiore^ e ai genil:or la pace. Crisi. Chi potria tanto oprar? (fari. Di Scozia il prence . Onst Ed in quai modo? CarL. O^gl consorte a lui. Cria:, Ahi d'Eduardo io spn con ìmpeto Cari. Obbiia costui. Cris. Ahi quaForrof / . . . ho stelle/ Mi si divide il core.. . Ah! troppo 5 o genitore. Troppo si vuol da me . Cari. Che E e son io rammetièà' ;

Pensa all'onor dei soo-lio.

o

Tempo non è d'orgoglio;

Cerca ottener mercè. Cri st. Cielo. . . Cari. Irritar noi dei . Crìst. Pietà / Cari. Non ode i rei ,

Crist, Più barbaro tormento

, Chi mai potria provar? Cari, Pensa che in un momento

Può il fato tuo cangiar. a ^

Crist, ( Appaga j avversa sorte, Il tuo rigor appieno . Squarcifimi o morte il seno^ fine al npiio penar.)

C(^rl. ( Sfogasti 5 avversa sorto , tuo rigor appieno . Fa che di calma in seno. Io tomi a respirar , )

Cortigiani , ed i suddetti .

Coro. Signor, di "^cozia il prence

li suo d'astino attende , Cari, Udisti* Crìst, Udii ,

Coro, Dipende

Da te il salvarti , o nliser^^ , Dell! cedi al genitor* CurL Per te 5 lo vedi ogni animo,

S'ingombra di terror* Cristf ( Oh come il cor mi palpita Di Gonjugaltì amor ' ^ Sei risoluta ?

TI sono ; Chiedo la morto in dono; Ti Tondica , signor, Se sprezzi il mio perdono 3 Ben n»erti il mio furor al cenno dì- Carlo , le guardie avanzano , ( l'^ù lacerata un* alma Dove si vide ancor! Poi morte a me dia ) , Fuggi la dolce ) ^^^'"^ Mi tol^^a a tan^o orror . M" uccide il mio dolor .

) ( A pena cosi barbara a 2.) No, più rioa puoi resistere

) IVI io clÌ5^perato cor.) Curo, ( Mi (j^umte rie vicende Tu ?»ei cagione amor f

Carlo partf* furibondo ^ seguito da Cortigiani ; Crì^ stina ritiir estrema desolazione circondata dnlle guai die va dalla parte opposta

SCENA VII. Atlei .

Che risolvo? che fo?.». Bli schiude il cielo (Opportuno nn s**ntiero Per «aivar colla sposa anch'Eduardo... Vadasi: saria colpa ogni ritardo. partèe.

SGEN A Vili.

Atrio contiguo alle CT^rceri dov'è rinchiuso llduarao .

Alcuni amici (V E à nardo rivolti verso la sua prigione.

Coro, Nel misero tuo stato, La^jrime di dolor Cospiri di piet^ , Amico sventurato! (^uai ciglio mai, qual cor

Frenar potrà? Parte del Coro . Miratelo.. Oh terrori Del 8U0 tremendo fato Ad ascoltar sen va

Tutto il rigor . Amico/ approsimandosi a lui»

SCENA IX.

Eduardo fra le guardie 5 tra^ersand^y V atrio ^ ed i suddecti ,

Eduar, Ah! chi sa dirmi. fermandosi* Se la sposa 5 se il figlio Rispettò della morte il fero artiglio? Coro. 5 respirano entrambi aure di vita. Eduar. E fia vero Oh contento! ..

Creder vi posso ? Coro. 5 ti rassicura . Eduar. O ciel , prendine cura,

."Salvali 3 o ciel . Sul capo mio soltanto Vibra i fulmini tuoi . Con più coraggio Il decreto di morte a udir m^n vado . Teneri amici ^ appiè del soglio andate. Per la sposa implorate 5 Per Gustavo innocente Del mio Re la pietà . Sol questo chiede Quell'Eduardo che serbogli il trono; La mia morte gli basti, e pago io sono*' La pietà, che in sen serbate

Or vi guidi al mio signor ; Deh.' correte, ed implorate La clemenza del suo cor. Giusto cielo ^ in tal periglio , In tal giorno di terror. Eduar. Per la sposa , e il caro figlio , cCoro Solo invoco il tuo Sì: t'affida al tuo

34'

S G E N A

Atlei^ seguito da molti soldati, Aclei , e Coro di dentro .

Viva Fduar<Jo/ Primo Coro. Quai voci /

Aclei 5 e Coro.^ svenendo fuori *

Viva !

T)uce5 la patria vieni à salvar 9 Coro. Come/. . Fjduar. Che sento ! ^^/. e Coro, Vieni: ravviva

Le sveche schiere, vieni a pugnar. Fiduar, Amico, ahi parla-. AcL II Russo aud<5ce

ili questo suui turba la pace.

Prendi. porgendoli una spa

JEduar, Stupisco.. Sogno? gon desto... Coro, Andiarn -

Fduar, Lasciatemi pria respirar .

Coro. Che giorno è questo ! . -

AtL e Cor, Duce 3 la patria vieni a salvar

ijduar. Come rinascere

Vi sento in core

Primieri palpiti

Di gloria e onore !

Come questa anima

Brillando va f Coro con AcL Provino i perfidi 11 tuo rigore ;

Per te la patria

Trionferà. panonoi

SGENA XT. ^ Interni) di una Torre. Cristina dormendo sopra un sasso , Arresta il colpo ... (sognando) arresta.,. Vjbralo a me.*. Ris'pettaj o disumano... Quell'adorata vittima... M'attendi... Già cadde ! . . .

si desta improi^issamente spùi>entnta 5' alza e vacillando cammina Ove tòn io . . . Egli morì.;, eparì**. Tu sogno il mio ^

respirando e dopo lunga pauifi . Ah no 5 non fu riposo Di rea visione un velo Svenati 5 e figlio e sposo ^ Ahi 3 contemplar mi fa. Per me deh senti o cielo» Se non amor ^ piefà. Ah! ch'io vaneggio... No; forse avverati Sono i presagi miei; forse il disprezzo Ch' io mostrai della vita 5 altrui morte affrettò . Se madre 5 e sposa Misera! io più non sono, O se mi è tolto il dono D'esalar Palma mia lungi dal figlio. Divisa dal consorte,

Vi<?ni, pur non tardar, t'inVoco o morte, yieni pur: terror non hai Per quest'alma desolata; T' offro il sen ferisci ornai : II ritardo ò crudeltà .

sparo c/i cannone in distanzia ^ Ma che sento.'... Ah/ forse e questo 5 Il fatai segno tremendo Che mi dice -odi 3 infelice 3 Per te speme non v' ha . replicato sparo di cannoni più da micino Raddoppia il fragore . 5 . annunzio è di guerra le cannonate percutono la torre . M' uccida il furore . . . ingiotta la tierra. . . cado parte del muro in prospetto » La tomba alla morte Preceda per me ...

precipita gran parte della parete ed offre la vism^ del mare con alcune navi Russe in atto dt bombardare la città. Fedesi nel tempo steS" so gettare ta porta del carcere .

SCENA 3:11. Eduardo^ At lei e molti svedesi armati^ alcuni de quali portano delle Jaei ^ pendono dalla porta atterrata^ ed altri daW apertura j^atta dal can" none> Cristina^ Eduar. liespiraj consorte... At.Cor, Salvarti vogliamo CrìGt^ Che vedo/ Ah ' mio bene . - Hduar. At. Cor, Difesa arrechiamo . Crist: Tu vivi / JEduaté Per te .

Cristi Soavi mie pene !

restando abbruciati - Eduar, Mi siegui . . . -4t. Cor. T'.invola;

S'accresce il periglio... T' affretta .

Crisi. Ma il figlio.

AtL, E' salvo .

Crist. Oh contento!

Più lieto momento Di questo non è , Stringendo al seno Si cari oggetti Qpest^ alma misera B espirerà. XjO sposo 3 e figlio

Che il Cliel mi rende Recano air anima Tranquillità . Falce sarà di morte Nella tua destra il brando Salva o mio ben pugnando, La Patria, e il Genitor. Coro ^ Patria o Eroe pugnando ( Salva col tuo valor

SGEN A XHL Sala .

Giacomo C9n alcuni seguaci. Glqc. Della città, del porto, e della reggia Ogni recesdO 5 ogni angolo a ogni via Dunque fin Ora investigammo invano, liei monarca le tracce Dunque nessun ci addita? O peggior d'ogni morte infausta vita! Ma il tumulto rinforza. Il periglio si accresce. Ah ravvivate Amici il vostro ardir! Che s'è deciso L'eccidio univ^ersal , da forti almeno Si resista, éì pugni, e poi si mora: Che un bel /norir tutta la vita onora* partono

38

SCENA XIV. u ^

Piazza . Notte .

Fra il rimbombo dei tamburi 5 e lo scoppio dell' artiglieria sempre più d'ogn' intorno cresce r ostinato alternare del più fiero c6mbatti- inentOj che gradatamente si va approssiman- do. Alcuni fuggitivi attraversano di tratto in tratto la piazza ,

Carlo con pochi seguaci ,

Carh Ove cprroo ove fuggo ? Ah di salvezza Non v'è per noi più speme 3 Chi la Reggio difende > e i giorni miei? O mia d^s»^la^zion ! Padre ing;aanato E Re tradito io sono 5 Che risolver non sò' Chi mi consiglia ? Chi la calma mi rende in tal momento f Tutte d'Averno in cor 5 le furie io sento Mesto, incerto^ confuso, agitato Degli affetti nel vortice assorto , Quanto e crudo il tenor del mio fatOj Noi comprende chi Padre non è . Ove andrò?., mi presenta ogni oggetto Quelle cure ch'io serbo nel petto... Ove mai troverò più conforto Se dagli altri non fuggo, e da mi^.? Coro di d^pra Evviva Cgrl. ' ^ Qual mai strepito sento

Queilt'è suoao di lieto clamore.

Coro,

Daironda il nemico S'avanza sul lito Assorda le sponde Lo stuolo smarrito ;

Ma in armi ben tosto Pien d' ira , codardo Ne giunge Eduardo Per te combattendo ;

Minaccia 5 ed incalza. Uccide 5 fa strage ; Più pronto soccorso Di questo non v' è . Cari, Che dite ? che ascolto f

Che gioja ! e fia vero? lia figlia a me venga, E ottenga pietà .

« -partono gli astanti ^

SCEifA ULTIBIA Cristina i il Bamhino^ indi Eduardo con popolo^ e detto.

Cari. Cara figlia éX seri *ti 'stringo

Di me degna ancor ti sento, E ti cedo in tal momento A chi serbi fido il cor.

Crì&t. Caro Padre al sen ti stringo Di piacer mancar mi sento 5 Se mi cedi in tal momento A chi serbo fido il cor .

'di dontro Viva Eduardo!

^<^^.h Quai voci

4o

Sortendo Vivsi Eduardo il duca

L'onor Hi Scozia evviva »

Qui vittorioso arriva

Vuol presentarsi al Re. Eduar. Il ferro vincitore

Depongo ora al tuo = pie Cari. Ha sorgi , mi confondi

Figlia . .. amici ....

Abbia fine ogni dolor. Coro, Torni la calma in seno

Amore ed amistà. Cari. La gipja improvvisa .

Di palpiti ignoti i

Di teneri moti^^iif» An^O

Inonda il mio cor. , ' > unendo le destre di Edif^Wjtdo e Cristinm

D' Imene v' unisca. i

Beir anime il laccio;

Felice v' ^bbracci^o. , . ,

Gioiate d araòr i ' ' " '

Còro*

Al lume cele^ta^^

Di face si bella \ ,

: •■•^•o. .■ .1'- 'Vili à<i

ilitornino m pace f,| Amore , ed ónór . y ^

FI

i